The 2005 Prime Ministerial Primaries held by the coalition of the centre left were less important for their immediate outcome than they were important as crucial events for the institutionalization of primaries in the process of building the Democratic Party. Those held in 2012 were a second step in the same process. Since the two elections differed significantly and were both ‘exceptional’, we first propose a rational narrative of the political strategies leading up to each of them and of the political dynamics that followed. We also analyse indicators of the level of public interest in such a competition and the candidates’ abilities to mobilize support beyond the party’s traditional electoral constituency. Our central argument is that, since the centre-left Prime Ministerial Primaries achieved the strategic goals of some of their proponents, this particular type of primary should be less frequent in the future, at least on the left of the political spectrum. Even though they did so in very different ways, they both strengthened the project of creating the Democratic Party as an ‘open party’, whose leader is chosen by a broad base of electors in a primary-like competition and is the party’s natural candidate for the premiership (view the full paper).
A cosa servono le elezioni?
commento al volume di Van Reybrouck
Il titolo è fuorviante, Contro le elezioni. Il sottotitolo è errato, Perché votare non è più democratico. Il volume non è un pamphlet “contro le elezioni”, perché non è la tesi sostenuta da Van Reybrouck (autore sempre da Feltrinelli di Congo). Il quale non lo fa né dal punto di vista politico e teorico né sul piano empirico. L’argomento centrale è che esista uno scollamento crescente tra i cittadini/elettori e la democrazia.
L’asse portante del volume è un malcelato attacco alla Democrazia. Nulla di innovativo quanto a critiche al regime anelato da milioni di esseri umani per decenni, o addirittura a volte secoli. Questo punto rappresenta al contempo un chiaro elemento di debolezza dell’argomentazione, stante la longeva critica democratica cui il testo non aggiunge spunti, e il filone promettente di argomentazione, almeno potenziale. Manca l’affondo, la critica argomentata e “definitiva” al regime democratico. Di cui evidentemente le elezioni non sono che solo un aspetto, sebbene cruciale.
Inoltre sostenere che “votare non è più democratico” manifesta una distorsione analitica e concettuale, tanto nel merito quanto in prospettiva storica. I sistemi elettorali sono costruzioni umane di impianto politico-giuridico e come tali passibili di critiche e migliorie. La “bontà” di un sistema elettorale dipende dall’obiettivo che il legislatore si pone. Non ne esistono di “migliori” o di “peggiori” in assoluto, ma tali caratteristiche sono da considerare in relazione agli scopi.
IL CENTRODESTRA E LE NUOVE CAMICIE VERDI-NERE
Il messaggio che arriva da Piazza Maggiore è in parte nuovo in parte vecchio, quasi antico. La rinnovata espressione della leadership di Lega Nord e Fratelli d’Italia rappresenta il nuovo conio, anche se in presenza di politici di professione e dalla lunga carriera politica. La riproposizione dello schema coalizionale “Casa della Libertà” (sul palco c’era anche il rappresentante del Partito dei pensionati) viceversa ribadisce il format classico dei conservatori italiani. Se per un verso sarebbe troppo banale ribadire che non è stata un’operazione “nostalgia” né che sarà plausibile ripetere i fasti del 1994 o del 2001, dall’altro andrebbe enfatizzato che trattasi di un elemento di forte continuità. La discontinuità dei protagonisti cela un profondo radicamento sociale e politico dell’alleanza. Dal 1993 (elezioni amministrative: fu Berlusconi proprio alle porte di Bologna che sdoganò l’alleanza con i post fascisti e con la Lega Nord) al 2011 quei partiti hanno marciato e colpito insieme, tranne che per un breve periodo in cui la Lega si è allontanata per “andare da sola”. Leggi tutto “IL CENTRODESTRA E LE NUOVE CAMICIE VERDI-NERE”
Elezioni Portogallo 2015
Mio articolo su “l’Unità” del 5 ottobre 2015
vedi articolo in Pdf
Passarelli Portogallo_Unità
THE PRESIDENTIALIZATION OF POLITICAL PARTIES
THE PRESIDENTIALIZATION OF POLTICAL PARTIES
My post on Presidential-power blog
What actually makes a president of the Republic a leader in (semi-)presidential regimes? And when, if ever, is it possible that a party leader, once he or she has become the head of government in a parliamentary regime, can come close to the style of leadership in similar cases in which the separation of powers exists? If the institutions influence the behavior of politicians, and thus of the parties, it is necessary to understand and explain if and in what way it is possible to refer to ‘presidentialized’ party organizations outside of the institutional context that defines its characteristics: the presidential regime.
The presidentialization of politics is a relatively new and important phenomenon. However, the term presidentialization has become highly debatable. In particular, the more contentious side is offered by the suggestion that presidentialization of politics could make (semi) presidential regimes and parliamentary ones more similar to presidentialism. Leggi tutto “THE PRESIDENTIALIZATION OF POLITICAL PARTIES”